27 aprile 2009

X-Men Origins: Wolverine — Recensione

Siamo onesti: X-Men Origins: Wolverine è un film particolarmente brutto.



"Ahr! Lo sbarco in Normandia non è la stessa cosa senza un buon Ramon Allones"

Sul serio. E dire che parte anche benone: la sequenza dei titoli di testa forse è l'unica cosa veramente buona e ispirata dell'intera pellicola. Purtroppo il regista Gavin Hood, che vanta un passato nel cinema action, dimostra di non essere il migliore in quello che fa quando si tratta di gestire un progetto ad alto budget. Quasi nulla si salva di questo X-Men Origins: Wolverine e persino il momento cool guys don't look at explosions risulta imbarazzante. Segue qualche piccolo spoiler e tanta, tanta amarezza.



"Sono il migliore con spazzola e fono"

D'accordo, abbiamo una pellicola moscia e poco ispirata ma almeno la narrazione, l'interazione tra i personaggi, funziona, no? NO. Tutta la storia di questo film di origini è permeata da grossi buchi narrativi e da idee totalmente prive di logica che stridono con gli eventi dei precedenti X-Men prodotti da Fox. Una su tutte: la pallottola di adamantio che fa perdere la memoria (dopo la visione del film ne avremmo gradita una dritta in fronte anche noi), qui introdotta per giustificare i ricordi sconnessi del povero canadese. Per non parlare di com'è orchestrato il momento cardine nella vita dell'artigliato, la svolta, l'esperimento che in Weapon X di Barry Windsor-Smith ha portato Logan allo stato di animale furioso e dilaniato nell'anima, che lo ha fatto a pezzi, tubi, divaricatori, metallo fuso, orsi decapitati, urla, budella ovunque, qui è tirata via in tre minuti e ha lo stesso pathos di uno spot delle assicurazioni. Roba che i brevissimi flashback nei primi due film di Singer sono dieci spanne sopra in quanto ad intensità e, nonostante ci troviamo sempre di fronte a un prodotto PG-13, in quelle scene viene mostrato del sangue; elemento pressoché assente in questo film. Leggete il tutto come un enorme campanello d'allarme per intuire il tono della pellicola ed il target di riferimento.



"O Canada, fuck yeah!"

Passiamo agli attori: insieme al solito Hugh Jackman, quasi commovente nel cercare di mantenere una certa credibilità, si comporta benissimo Liev Schreiber nei panni del fratellone sociopatico Victor (aka Sabretooth), che in fondo cerca solo un po' di considerazione. Totalmente stravolta e banalizzata la storia d'amore tra Logan e Silver Fox, interpretata da una confusa Lynn Collins, costretta a recitare dialoghi da soap opera. Parecchio anonimo lo Stryker di Danny Huston, non all'altezza del carismatico Brian Cox con il quale condivide il personaggio, mentre si becca un non classificato il Deadpool di Ryan Reynolds (e Scott Adkins negli stunt), qui un'accozzaglia di differenti poteri mutanti rappresentati male. Il resto del cast è un mix di Black Eyed Peas, Lost e becero fanservice. Se poi consideriamo che il film è costato ben 150 milioni di dollari anche la CGI risulta imbarazzante.



"Io sono il cattivo perché giro col trench"

Il film di Hood sta comunque avendo un discreto successo al botteghino, aprendo la strada a un sicuro sequel che, stando alla scena post-titoli di coda, sarà basato sulla miniserie Wolverine di Chris Claremont e Frank Miller, la famosa saga giapponese con la Mano e i suoi goffi ninja e la storia d'amore impossibile tra Logan e Mariko Yashida (consigliamo alla Fox di risparmiare sugli sceneggiatori, prendere i dialoghi così come sono scritti sulle pagine del fumetto e farli imparare agli attori). Per chiudere, il grande crimine di questo X-Men Origins: Wolverine sta nella sua totale incapacità di saper raccontare una storia coinvolgente, fallendo in tutti i reparti; una pellicola vuota, tirata via, che ha il malsano potere di farci rimpiangere X-Men: The Last Stand, anni luce da quella qualità raggiunta con X2. Insomma, se qualcuno ci chiedesse cosa c'è del personaggio creato nel 1974 da Len Wein, Herb Trimpe e John Romita in questa produzione, risponderemmo con un sorriso malinconico e scompariremmo nel buio.

Nel frattempo ci piace ricordarlo così.



"X-Men" (2000) di Bryan Singer


X-MEN ORIGINS: WOLVERINE — Diretto da Gavin Hood; sceneggiatura di David Benioff, Skip Woods; fotografia di Donald McAlpine; montaggio di Nicolas De Toth, Megan Gill; musica di Harry Gregson-Williams; scenografia di Barry Robison; costumi di Louise Mingenbach; prodotto da Hugh Jackman, John Palermo, Lauren Shuler-Donner, Ralph Winter; distribuito da 20th Century Fox

Durata: 107 minuti

Con: Hugh Jackman (Logan/Wolverine), Liev Shreiber (Victor/Sabretooth), Danny Huston (William Stryker), Lynn Collins (Kayla Silverfox), Ryan Reynolds (Wade Wilson/Deadpool), Dominic Monaghan (Chris Bradley/Bolt), Kevin Durand (Fred Dukes/Blob), Taylor Kitsch (Remy LeBeau/Gambit), Will.i.am (John Wraith), Daniel Henney (Agent Zero), Max Cullen (Travis Hudson), Julia Blake (Heather Hudson), Tim Pocock (Scott Summers), Tahyna Tozzi (Emma), Aaron Jeffery (Thomas Logan), Alice Parkinson (Elizabeth Howlett), Peter O'Brien (John Howlett), Patrick Stewart (Charles Xavier/Professor X)

24 aprile 2009

Jim Lee riporta Rogue nella Terra Selvaggia

Illustrazione di Jim Lee (cliccare sull'immagine per ingrandirla).

Jim Lee ha sicuramente fatto la gioia dei fan di vecchia data con questo disegno di Rogue nella doyliana Terra Selvaggia. Le avventure preistoriche di Rogue iniziarono sulle pagine di Uncanny X-Men #269 del 1990 su testi di Chris Claremont.

Potete vedere lo sviluppo dell'illustrazione sul blog di Lee – parte uno e due.