15 dicembre 2010

X-Men (Konami, 1992) — Recensione


X-Men
Konami — 1992
XBLA, PSN
Beat 'em up
1-6 giocatori
800 MSP


X-Men Arcade Siamo lieti di annunciarvi che da oggi è possibile scaricare dal Marketplace Xbox, alla modica cifra di 800 MSP, X-Men di Konami, picchiaduro a scorrimento arcade del 1992.

Il porting ad opera di Backbone Entertainment resta fedele al titolo che esordì quasi vent'anni fa in sala giochi: grafica e colonna sonora sono rimaste invariate e solo il doppiaggio è stato rifatto da zero. Fortunatamente tutte le battute originali, incluse le celebri frasi assurde e sgrammaticate pronunciate da Magneto WELCOME TO DIE!, I KILL YOU X-CHICKEN! e I AM MAGNETO MASTER OF MAGNET! sono state preservate.

La storia è semplice: Ciclope, Wolverine, Tempesta, Colosso, Nightcrawler e Dazzler devono farsi strada attraverso sette livelli per salvare Kitty e il Professor X fino a scontrarsi col ghignante signore del magnetismo sull'Asteroide M. Gli eventi del picchiaduro si basano sull'episodio pilota Pryde of the X-Men del 1989, unico reperto di una serie animata mai realizzata a causa dei guai finanziari che ai tempi affliggevano la Marvel.


Una delle novità rispetto all'originale arcade sta nel poter scegliere tra la versione americana e quella giapponese di X-Men: nella seconda sono presenti i classici power-up da raccogliere, finalizzati a ricaricare la barra di energia e ad un utilizzo più libero del Mutant Power, la cosiddetta MOSSA SPECIALE. In modalità online si possono creare stanze pubbliche o private, selezionare il tipo di partita in cui cimentarsi in base alla difficoltà e alla versione del gioco (U.S.A. o JAP), oppure buttarsi nel primo game disponibile. Supportando la console Microsoft solo quattro controller, il co-op locale massimo è di 4 giocatori, quindi l'unico modo per ricreare l'esperienza a 6 del glorioso cabinato Konami è giocare in rete.



Master Mold attacca e Dazzler osserva il panorama

Detto ciò, la domanda nasce spontanea: X-Men è solo un'operazione nostalgica per i vecchi fan della versione arcade o può essere apprezzato anche da chi non l'ha mai giocato? Noi crediamo possa accontentare entrambe le categorie. Certo è che giocarlo in singolo non avrebbe molto senso (come non aveva senso nel 1992) e che le tante ore di divertimento che il titolo regala quando giocato in multiplayer sono l'unico, vero motivo per acquistare questo classico.

PS: il gioco debutterà anche su PSN dal prossimo febbraio.

1 dicembre 2010

SHOCK!

Siamo alla fine del XX secolo. Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sulla faccia della terra gli oceani erano scomparsi e le pianure avevano l'aspetto di desolati deserti. Tuttavia, la specie mutante era sopravvissuta...


La serie animata degli X-Men del 1992 fu un successo enorme e venne trasmessa in moltissimi Paesi del mondo.

Ai giapponesi la sigla originale non dev'essere andata troppo a genio, dato che produssero due versioni completamente nuove mettendoci dentro tutto quello che di esaltante e peculiare ci si può aspettare dall'intro di un anime dell'epoca: chitarre elettriche, mecha che distruggono la città, triangoli amorosi con cielo stellato sullo sfondo, nemici enormi che spaccano le montagne, generosi ammiccamenti, vulcani in eruzione e frasi in inglese buttate a caso nel cantato.

Il risultato è una hit pazzesca da rivedere in loop per ore; possiamo solo immaginiare la delusione del ragazzino giapponese che dopo una sigla del genere si rende conto di essere stato brutalmente trollato.

CRRRYY FORRR THEEE MOOOOOOOOONNNN.

27 ottobre 2010

"Slutting Up" Emma: Intervista a Karee Andrews

Il disegnatore canadese Kaare Andrews ha rilasciato un'intervista tutt'altro che interessante a Newsarama dove descrive il suo debutto come regista di un film che nessuno vedrà mai. Per fortuna viene raccontato anche qualche aneddoto su Astonishing X-Men: Xenogenesis, la miniserie che ha esordito a luglio negli U.S.A. su testi di Warren Ellis e disegni di Andrews. Abbiamo tradotto la parte più interessante in cui si parla di Slutty Emma, ovvero la versione "puttanizzata" dell'algida Ms. Frost.

Nrama: Riguardo la tua prova con gli X-Men, c'è chi si è lamentato del fatto che la tua Emma è un po' troppo, come dire, formosa? [Nota: nell'intervista viene utilizzato il termine badonkadonk, che in gergo significa avere un sedere piuttosto pronunciato]

Andrews: [ride] Beh, mentre disegno devo mantenere un certo livello di interesse personale. Parlando seriamente, la cosa più buffa sta nel fatto che il personaggio è stato comunque sempre disegnato in abiti succinti e provocanti nel corso degli anni, così ho pensato “Emma controlla la mente degli altri e la condotta degli uomini grazie ai suoi poteri e al suo fascino, quindi perché non esagerare con l'aspetto?”.

La gente ha dato di matto perché l'ho disegnata bassa ed estremamente prosperosa. Sono stato accusato di averla "puttanizzata" [in originale, appunto, slutting up] anche se la mia versione del personaggio è, probabilmente, molto più vestita di altre.



Dite ciao a Slutty Emma

Tra le critiche più divertenti, ci sono quelle fatte alla copertina di Xenogenesis #3, vista come una sorta di folle immagine deviante a sfondo sessuale, ma Scott ed Emma sono vestiti e mangiano semplicemente delle frittelle. Sta tutto a quello che il lettore vuole vederci.

Ricordo di aver letto un messaggio su un forum dove veniva attribuita alla copertina una connotazione omoerotica. Sul serio? Cosa c'è di omoerotico in una donna che mangia frittelle seduta su un uomo messo a carponi? Comunque mi diverte un sacco scatenare queste reazioni nelle persone [qui la copertina incriminata].

Inoltre, ogni qual volta cambio modo di disegnare c'è una qualche replica dai fan – alcuni vorrebbero mantenessi lo stile manga visto su Spider-Man, altri quello realistico visto sulle copertine di Hulk. Ma non posso farne a meno – cerco di disegnare cose nuove in modi nuovi e lavorare sugli X-Men è stata l'occasione di utilizzare uno stile più realistico ma, allo stesso tempo, esagerato.



Casomai voleste approfondire l'argomento badonkadonk

Vi dirò un segreto, avevo questa visione in testa di uno strano ibrido tra il lavoro di Jim Lee, Barry Windsor-Smith e John Byrne. Niente di specifico, direi una sorta di unione tra le anatomie folli degli anni '90 con quelle più classiche di BWS ed i neri opachi di Byrne. Non credo si intraveda qualcosa degli artisti sopracitati nei miei disegni, e non era certo mia intezione replicare il loro lavoro, ma è stata l'idea che mi ha portato a questa scelta artistica.

Per me è stato un altro grande esperimento e poi ho la regola di non cambiare mai stile a progetto avviato, dunque continuerò ad utilizzare lo stesso tratto — vediamo come va a finire.

Probabilmente Andrews era sotto l'effetto di un qualche potente oppiaceo durante il Q&A. In ogni caso, qui trovate l'intervista in lingua originale.

11 ottobre 2010

The Wolverine: Darren Aronofsky facci la grazia


Breve recap di quello che è successo negli ultimi giorni: Darren Aronofsky dirigerà The Wolverine, prossima avventura del mutante canadese al cinema, totalmente scollegata dal primo, imbarazzante, film sulle origini. Il regista dice di essere entusiasta della sceneggiatura di Christopher McQuarrie, basata sulla miniserie Wolverine di Chris Claremont e Frank Miller. Vediamo insieme perché Darren Aronofsky è l'uomo giusto per questo progetto.

Aronofsky e il fumetto: verso la fine degli anni '90, la Warner ingaggiò Aronofsky per il rilancio dell'uomo pipistrello sul grande schermo e Darren, aiutato dall'amico Frank Miller, scrisse Batman: Year One — storia di un giovane Bruce Wayne povero in canna, cresciuto in un pericoloso quartiere dei sobborghi di Gotham e adottato da un meccanico di nome Alfred dopo l'omicidio dei genitori. Inutile dire che la Warner, evidenziati i rischi nel produrre un film così di rottura rispetto al canone batmaniano, non fu troppo entusiasta e Year One non superò la fase di scrittura (qui potete leggere la descrizione dello script). Il buon Darren, che se l'era sicuramente legata al dito, anni dopo rifiutò la direzione di Batman Begins, poi affidata a Christopher Nolan.



Perfect Blue (1998) — Requiem for a Dream (2000)

Aronofsky e il Giappone: l'inluenza della produzione filmica nipponica si può notare già nel primo lungometraggio del baffuto regista Pi, che richiama a gran voce il Tetsuo di Shinya Tsukamoto. Durante la lavorazione di Requiem for a Dream, Aronofsky provò ad acquisire i diritti del thriller psicologico Perfect Blue di Satoshi Kon, così da poter rifare la scena della vasca da bagno tale e quale al film d'animazione; per oscuri motivi la trattativa saltò ma questo non impedì ad Aronofsky di copincollare suddetta sequenza al suo film — della serie: "siamo americani, ce ne sbattiamo il cazzo". Il capolavoro di Kon è anche una chiara fonte d'ispirazione per alcune scene del recente Black Swan.

Ora, qui nessuno pensa che The Wolverine sarà un moderno Yojimbo ma che, mano sul fuoco, Darren Aronofsky ci regalerà qualcosa di fastidiosamente pretenzioso, a tratti esaltante, con una chiara visione. L'interesse è alto. #teamaronofsky

9 ottobre 2010

X-Men di Konami su XBLA e PSN: Chiamate altri cinque amici

X-Men (Konami)

Immaginate di essere un ragazzino del 1992 che passa le sue giornate in sala giochi masticando Big Babol panna e fragola. Un giorno, senza alcun preavviso, arriva in saletta un cabinato insolitamente grande, mastodontico, sviluppato per giocare in sei contemporaneamente. Si tratta di X-Men, picchiaduro a scorrimento sviluppato da Konami; gli stessi di Vendetta, Sunset Riders, Asterix, Teenage Mutant Ninja Turtles e The Simpsons, tutti titoli amatissimi e consumati a dovere.


X-Men (Konami)
I magnifici sei

Oggi la Marvel annuncia al New York Comic Con che X-Men arriverà entro l'anno su Xbox Live Arcade e PlayStation Network con la stessa possibilità di giocare in sei in modalità online. Oggi quel bambino è felice.

22 luglio 2010

Marvel Illustrated 1991: X-Women di Marc Silvestri

Illustrazione di Marc Silvestri (cliccare sull'immagine per ingrandirla).

Visto che siamo in piena estate, ecco il disegno originale delle X-Women dei primi anni novanta — Ororo, Jean, Rogue, Betsy, Rachel, Meggan e Kitty, in costume da bagno ad opera di Marc Silvestri (matite) e Terry Austin (chine).

La versione a colori è contenuta nel primo Swimsuit Issue Marvel del 1991.

3 marzo 2010

The Blue Hair di Nicholas Gurewitch

Illustrazione di Nicholas Gurewitch.

The Blue Hair, qui riportata nella sua interezza, fa parte di una raccolta di storie autoconclusive firmate da autori indipendenti, apparse su Strange Tales #1 dello scorso novembre.