14 maggio 2018

Deadpool 2 — Recensione

Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler e un'altra foto buffa di Rob Liefeld con la solita didascalia scema.



L'avete capita? Fa ridere? Ehehehe :-[

Wade Wilson/Deadpool/Ryan Reynolds, dopo essersi ricongiunto con la cara Vanessa alla fine della precedente fatica, è diventato il mercenario più richiesto su piazza: incredibilmente letale, sorretto da un fattore mutante che lo rende insopprimibile e una parlantina che lo rende insopportabile. La personificazione definitiva del concetto di respawn.

Proprio per le qualità elencate, Wade si è fatto un bel po' di nemici, così un martedì sera qualunque una banda di criminali rancorosi gli entra in casa per regolare i conti e Vanessuccia bella viene colpita a morte durante la colluttazione. Distrutto dal senso di colpa, Wade prova a togliersi la vita con metodi estremi à la Wile E. Coyote così da raggiungere l'amata nell'aldilà. Tentativi di suicidio, tutti naturalmente falliti.



Deadpool 2: un film sulla famiglia più convincente di Fast & Furious 8

Deadpool del 2016 colpiva per la sua genuina scanzonatezza farcita di gag spesso ripetitive e non brillantissime ma funzionali a una storia lineare piena di cuore che il pubblico di riferimento, quello americano, ha premiato portandolo a essere il secondo film vietato ai minori (non accompagnati) per incassi, dopo The Passion of the Christ del fuorissimo Mel Gibson. Clap clap clap.

Deadpool 2 è, essenzialmente, il primo film col doppio del budget. Ci sono però alcune importanti novità: stavolta dietro la macchina da presa troviamo il navigato stuntman David Leitch, già al timone di successi action come John Wick e Atomic Blonde; si unisce al cast originale Josh Brolin nel ruolo di Cable, un gigante di carisma nonostante il suo soldato cibernetico sia per stazza la metà dalla controparte a fumetti.



"Josh, il reparto costumi mi ha assicurato che sarai pieno di taschine!"

In breve: dopo la morte di Vanessa, il Nostro trova conforto nella bromance col buon Colosso ed entra ufficialmente nelle fila degli X-Men in veste di recluta. Quando il giovane Russell, interpretato dal monocorde Julian Dennison, si ribella ai suoi aguzzini in un losco istituto di riabilitazione per mutanti, Deadpool cerca di riportare l'ordine come farebbe un eroe, fallendo miseramente. Spediti entrambi in un carcere di massima sicurezza per gente coi poteri, DP (double penetration, se volete) si rende conto che ridare speranza al turbato Russell può lenire anche il suo di trauma.

Ma ecco che entra in scena Cable, una macchina da guerra monoespressiva stile arrivata dal futuro stile T-800, la quale missione è eliminare — colpo di scena — il nuovo amichetto quattordicenne di Deadpool. Volano pugni, spari, esplosioni; DP evade, Cable si lecca le ferite, Russell si allea col Fenomeno e giura di vendicarsi di coloro che gli hanno tolto l'innocenza. Il ragazzino c'ha rabbia ed è pronto a fare un bordello.



Firefist: adolescente mutante col potere di generare 🔥 🖕 🔥 dalle mani

Le menti dietro Deadpool 2 infilano nella pellicola anche un paio di scelte insaspettate, molto apprezzate: tra tutte l'introduzione di X-Force e il suo conseguente, tragicomico sviluppo. Vecchie e nuove facce si susseguono su schermo come in una lunghissima sketch comedy fatta di personaggi grotteschi e marci. Conosciamo Shatterstar, Vanisher, Zeitgeist, Bedlam e Peter. Resta impressa la Domino della brava Zazie Beetz, migliore aggiunta al cast insieme al sopracitato Brolin.

Effetti speciali, scenografie e costumi elevano il valore produttivo della pellicola che non sfigura troppo di fronte a una qualsiasi fuoriserie Disney/Marvel Studios; totalmente promosso il design aggiornato dell'uniforme nero-gialla indossata dalla perennemente infastidita Testata Mutanta Negasonica di Brianna Hildebran. Importante upgrade anche sui titoli di testa che mischiano l'umorismo stupidino visto nel primo film all'immaginario bondiano, il tutto accompagnato dalle soavi note di Ashes della divina Celine Dion.



The X-Pendables: un piccolo gruppo internazionale di esperti mercenari

Gran finale: dopo una rocambolesca sequenza su strada veniamo a sapere che nel futuro di Cable, il piccolo Russell è diventato un villain infamissimo e tra la tante vittime cadute sotto i colpi dei sui proiettili di fuoco ci sono moglie e figlioletta del soldatissimo. DP chiede a Cable di mettere in pausa la sua sete di vendetta nera e dargli la possibilità di riportare il giovane al bene prima che questi commetta il primo omicidio. Impazza una battaglia precognitiva che si conclude con le classiche gag tirate allo sfinimento tanto apprezzate da Reynolds. Il futuro è salvo e il concetto di famiglia disfunzionale trionfa.

Cosa ci aspettavamo da questo sequel? La formula collaudata nel primo film, potenziata in tutti i reparti — e cosi è stato. Deadpool 2 non brilla in freschezza ma regala piacevoli performance da parte di un cast ispirato, buone scene d'azione, qualche trovata interessante, e la solita ironia becero-sfacciata che può, a tratti, strappare un sorriso. Se ci sarà una "terza venuta" che sia veramente irriverente.

DEADPOOL 2 — Diretto da David Leitch; soggetto e sceneggiatura di Rhett Reese, Paul Wernick e Ryan Reynolds basate su "Deadpool" di Fabian Nicieza e Rob Liefeld; fotografia: Jonathan Sela; montaggio: Craig Alpert, Elísabet Ronaldsdóttir, Michael McCusker, Dirk Westervelt; musica: Tyler Bates; prodotto da Simon Kinberg, Ryan Reynolds e Lauren Shuler Donner; distribuito da 20th Century Fox

Durata: 119 minuti

Con: Ryan Reynolds (Wade Wilson/Deadpool), Morena Baccarin (Vanessa), Josh Brolin (Cable), T. J. Miller (Weasel), Brianna Hildebrand (Testata Mutante Negasonica), Stefan Kapičić, Andre Tricoteux, T. J. Storm, Greg LaSalle e Glenn Ennis (Piotr Rasputin/Colosso), Leslie Uggams (Blind Al), Karan Soni (Dopinder), Julian Dennison (Russell Collins/Firefist), Zazie Beetz (Domino), Shioli Kutsuna (Yukio), Rob Delaney (Peter), Terry Crews (Bedlam), Lewis Tan (Shatterstar), Bill Skarsgård (Zeitgeist), Brad Pitt (Vanisher)

20 febbraio 2018

Dave Cockrum è la cianografia, l'origine del tutto: come nascono Tempesta e Nightcrawler


Dave Cockrum – autoritratto con figli, 1995

Quando Giant Size X-Men #1 uscì nel 1975, personaggi ascrivibili all'olimpo supereroistico come Wolverine erano dei semplici panchinari da usare nelle amichevoli estive. Ben prima del boom di vendite degli anni '90, della serie animata e del successo dei film di Singer, investire sugli X-Men era tutt'altro che proficuo. Per cinque anni la testata The X-Men (poi rinominata Uncanny X-Men) smise di ospitare storie originali, pubblicando le ristampe del periodo Lee, Kirby e Thomas.

Il rilancio mutante venne affidato a Lew Wein e Dave Cockrum, entrambi ex-DC, che introdussero un cast di mutanti dal gusto internazionale, dal design ardito, figlio di un momento florido e sperimentale nell'ambiente fumettistico dell'epoca. In questo nuovo team di X-Men spiccavano per impatto visivo Tempesta e Nightcrawler e oggi vogliamo raccontarvi le loro travagliate origini.



La Legione dei Super-Eroi e il suo gruppo spalla: gli Outsiders

L'impatto di Dave Cockrum alla DC fu, per quanto breve, enorme; l'artista rimase solo due anni alla Distinta Concorrenza (prima di essere ingaggiato dalla scaltra Marvel) ma il suo restyling della Legione di Super-Eroi sulle pagine di Superboy generò, oltre a vari successi, una miriade di personaggi scartati, poi utilizzati su altri progetti. Tra questi ci sono Quetzal, Nightcrawler, Trio e Typhoon, inizialmente concepiti come nuovo asset della variegata Legione, poi dei panchinari Outsiders, infine rimasti nel blocco da disegno di Cockrum poiché ritenuti troppo particolari dai poco lungimiranti editor DC.

Evoluzione di una dea

L'evoluzione, concetto fondamentale nell'universo mutante, è parte integrante delle origini di Tempesta. Durante la creazione dgli all new, all different X-Men, Cockrum riprese alcune idee del periodo da disegnatore della Legione, incorporando elementi di Quetzal, Trio e Typhoon alla mutante Black Cat, proto-Tempesta dai poteri felini. L'unione di questi elementi diede vita alla Ororo Munroe apparsa su Giant Size X-Men #1.



Quetzal + Black Cat + Trio + poteri di Typhoon = Storm

Start with the face of Quetzal to get to Black Cat. Change the powers to those of Typhoon, tweak the costume with some elements from Trio and voilà! You now have Storm!

La forza visiva delle creazioni di Cockrum non perde certo di efficacia col passare degli anni; parti del costume di Tempesta, come la tiara e la mantellina, pur mantenendo un forte legame con la Bronze Age, vengono riutilizzati nel tempo fino alle apparizioni contemporanee, e identificano il personaggio anche in altre forme di intrattenimento. Un esempio? Il costume scelto per la dea africana nel videogioco Marvel vs. Capcom 3 [del quale abbiamo un contributo video].



"Madonna, sto tutto intifonito"

Da figlio degli inferi a servo del Signore

Dave Cockrum ha raccontato in diverse interviste della sua permanenza a Guam, nel Pacifico Occidentale, dove, verso il finire degli anni '60, lavorava come sottoufficiale presso la marina americana. Una notte di forte tempesta, per tenersi occupato e non soccombere alla paura, Cockrum prese carta e penna e ideò due personaggi: il primo era un incrocio tra Batman e il Punitore chiamato Intruder e il secondo era la sua spalla, tale Nightcrawler, vero e proprio demonietto in fuga dagli inferi, capace di compiere qualsivoglia nefandezza.

Salto temporale: qualche anno dopo le avventure tropicali a Guam, Cockrum propose l'utilizzo di Nightcrawler all'interno della sopracitata run sulla Legione dei Super-Eroi. Scartato dagli editor DC per le sue origini non adatte a un pubblico tradizionalista, il buon Dave fu ben felice di ripescare il personaggio, aggiornarlo e metterlo, insieme a Tempesta, Wolverine, Colosso, Banshee, Thunderbird e Sole Ardente, tra le fila dei nuovi, differenti X-Men.



Muso lungo @ DC ⭢ sorriso magico @ Marvel

Per i curiosi e gli amanti dell'elfo blu abbiamo tradotto un primordiale ritratto di Nightcrawler direttamente dalle pagine di uno dei famosi sketchbook di Cockrum:

NIGHTCRAWLER:

Alieno, proveniente da una dimensione parallela. Vero nome: Baalshazzar. La sua specie ha dato origine alle leggende su demoni e altre creature sovrannaturali. Quando in antichità gli stregoni e i maghi della terra utilizzavano gli incantesimi per evocare i demoni in realtà aprivano dei portali sulla dimensione di Nightcrawler.

Poteri: agilità e forza sovrumani. Visione notturna. Si mimetizza nelle ombre. Ama l'oscurità, è molto affine a Shadow Lass [ndr: personaggio della Legione dei Super-Eroi] per la sua abilità di creare campi oscuri e controllare le ombre. Può attaccarsi alle pareti e al soffitto. Ulula alla luna, durante i pedinamenti e le battaglie urla come una bestia ultraterrena. Natura animalesca; può essere molto selvaggio, subdolo e infingardo.

Paradosso vivente in quanto possiede l'attitudine e la personalità marcia di un villain scegliendo comunque di seguire la legge. Può sparire e riapparire in un'esplosione di fuoco e zolfo con fare demoniaco, ma limita questi spostamenti a causa dell'elevato consumo di energia. Ha un senso dell'umorismo distorto; troverebbe un camion carico di bambini morti totalmente divertente. Quando parla le "S" sono pronunciate molto sssssibilate [nota aggiunta a mano da Cockrum].