24 maggio 2014

X-Men: Days of Future Past — Recensione

Attenzione: occhio agli spoiler.

Dopo l'abbandono inaspettato di Matthew Vaughn, torna in cabina di regia Bryan Singer assieme a un cast stellare formato da veterani e giovani promesse. Migliaia di essere umani, donne e uomini senza distinzione, ancora si curano l'orchite per il soporifero Superman Returns e il ritorno di Singer viene accolto tiepidamente. Affidato allo sceneggiatore Simon Kinberg l'infausto compito di creare una continuità coerente tra la nuova e la vecchia guardia e di rimediare a quel passo parecchio falso di X-Men: The Last Stand senza ripiegare in facili reboot. Il rischio di mandare tutto in vacca è alto.

Ma ci è andata di lusso.



"Sballiamoci"

X-Men: Days of Future Past è molto meglio di quello che ci aspettavamo. Un film con tantissimi personaggi che non risulta mai confusionario, indubbiamente corale nonostante la presenza di un Wolverine rimesso al centro degli eventi. La storia segue quanto avviato da Vaughn nel valido X-Men: First Class — i protagonisti assoluti restano Xavier e Magneto. Wolverine, mandato indietro nei pazzerelli '70s per scongiurare lo sterminio della razza mutante ad opera delle Sentinelle, deve riunire i due antichi amici nei panni inediti del mentore; una sorta di paciere perennemente incazzato, calato, un po' come succedeva nel primo X-Men, nell'ottica dello spettatore totalmente estraneo agli eventi. Il personaggio interpretato dall'infaticabile Hugh Jackman trova la sua dimensione più giusta.

Il team degli X-Men old school, comandato dal redivivo Xavier di Patrick Stewart e dal Magneto di Sir Ian McKellen, ritrova Tempesta, Kitty, Bobby e Colosso (più un cameo di Rogue) tra le sue fila, con l'aggiunta di Alfiere, Sunspot, Blink e Warpath — tutti impegnati contro le infallibili Sentinelle in una breve quanto riuscita sequenza d'azione, dove i mutanti impiegano i loro poteri in totale sinergia. Quando Xavier e co. capiscono di essere prossimi all'annientamento si giocano come ultima carta il buon vecchio Wolverine, la cui coscienza viene spedita indietro nel tempo all'interno della sua versione più giovane, proprio come succede a Kitty in Giorni di un Futuro Passato di Claremont e Byrne. Logan deve quindi rintracciare i giovani Erik e Charles, metterli al corrente della situazione e fermare il piano Sentinelle di Bolivar Trask (il tosto Peter Dinklage) prima che venga approvato dal governo americano, aggiustando così la linea temporale futura. Ad incasinare le cose ci pensa Mystica, decisa ad uccidere Trask in nome della libertà mutante e ignara che il suo gesto porterebbe all'approvazione di quel programma.



"If I could save time in a bottle"

Per riunire la coppia di fatto composta da Xavier e Magneto (Cherik sui vari Tumblr), Wolverine si avvale di un eccentrico alleato — Peter Maximoff aka Quicksilver, teenager ipercinetico perennemente annoiato, che dà prova dei suoi poteri mutanti in una sequenza tecnicamente impeccabile, seguito spirituale dell'attacco alla Casa Bianca di Nightcrawler all'inizio di X2. Ben realizzati anche gli effetti visivi nei momenti finali del film, in cui Magneto crea scompiglio a Washington con un enorme stadio fluttuante sotto gli occhi increduli di un buffissimo Richard Nixon. Insomma, il rischio di ricadere nei limiti di una regia poco efficace e anticlimatica è scongiurato e Singer riacquista un po' di punti persi per strada negli ultimi anni. Bravi tutti e viva Cherik.



"Poker di cazzi"

PS: dopo i titoli di coda c'è una breve sequenza che si collega al già confermatissimo X-Men: Apocalypse.



X-MEN: DAYS OF FUTURE PAST - Diretto da Bryan Singer; sceneggiatura di Simon Kinberg, storia di Simon Kinberg, Matthew Vaughn, Jane Goldman basata su "Days of Future Past" di Chris Claremont e John Byrne; fotografia: Newton Thomas Sigel; montaggio: John Ottman; musica: John Ottman; prodotto da Lauren Shuler Donner, Bryan Singer, Simon Kinberg, Hutch Parker; distribuito da 20th Century Fox

Durata: 131 minuti

Con: Hugh Jackman (Logan/Wolverine), Patrick Stewart (Charles Xavier/Professor X), Ian McKellen (Erik Lehnsherr/Magneto), James McAvoy (Charles Xavier/Proffesor X), Michael Fassbender (Erik Lehnsherr/Magneto), Jennifer Lawrence (Raven/Mystica), Peter Dinklage (Bolivar Trask), Nicholas Hoult (Hank/Bestia), Halle Berry (Ororo Munroe/Tempesta), Anna Paquin (Rogue), Shawn Ashmore (Bobby Drake/Uomo Ghiaccio), Ellen Page (Kitty Pryde), Daniel Cudmore (Piotr "Peter" Rasputin/Colosso), Omar Sy (Lucas Bishop/Alfiere), Booboo Stewart (James Proudstar/Warpath), Fan Bingbing (Clarice Ferguson/Blink), Adan Canto (Roberto Da Costa/Sunspot), Evan Peters (Peter Maximoff/Quicksilver), Lucas Till (Alex Summers/Havok) e Josh Helman (William Stryker)

2 maggio 2014

Bob Hoskins: il Wolverine in carne e ossa che ci sarebbe piaciuto

Bob Hoskins è stato un grande attore, un caratterista versatile, uno con la faccia impunita che non scordi facilmente. Tutto questo Chris Claremont lo sapeva bene, quando pensò a lui per il ruolo di Wolverine nel film mai prodotto degli X-Men.

James Cameron, oltre ad aver quasi diretto Spider-Man, ha quasi prodotto un adattamento cinematografico degli X-Men, scritto da Claremont e sfumato proprio a causa delle infinite vicissitudini legate al film sull'arrampicamuri, con Hoskins nei panni del burbero e tarchiato Wolverine. Un ritratto che vorremmo vedere sul grande schermo per il post-Jackman.

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