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25 luglio 2013

The Wolverine — Recensione

"Ho sentito che nell'altra sala hanno il pachinko di Devilman"

Commento lapidario su The Wolverine di James Mangold.

In pochissime parole: film che non riesce in nessun modo a riproporre la potenza narrativa della miniserie a fumetti su cui è basato.

Di sicuro non è quella porcheria di Origins e si lascia anche guardare senza il continuo impulso di cavarsi gli occhi. A causa di una storia priva di pathos, personaggi per nulla sviluppati, una regia che non osa mai e un terzo atto totalmente anticlimatico, l'ago della bilancia per The Wolverine pende a favore della nefandezza; e visto che siamo dei masochisti, uno sguardo alle premesse iniziali fa sì che il boccone da ingollare sia ancora più amaro.

Colpo di grazia: il minutaggio a schermo di qualsiasi ninja equivale a meno di due minuti — questo è veramente troppo.

Fin.



THE WOLVERINE — Diretto da James Mangold; sceneggiatura di Mark Bomback e Scott Frank basata su una storia di Chris Claremont e Frank Miller; fotografia: Ross Emery; montaggio: Michael McCusker; musica: Marco Beltrami; prodotto da Lauren Shuler Donner e Hutch Parker; distribuito da 20th Century Fox

Durata: 126 minuti

Con: Hugh Jackman (Logan/Wolverine), Tao Okamoto (Mariko Yashida), Rila Fukushima (Yukio), Hiroyuki Sanada (Shingen Yashida), Hal Yamanouchi, Ken Yamamura (Ichirō Yashida), Svetlana Khodchenkova (Dr. Green/Viper), Will Yun Lee (Kenuichio Harada), Brian Tee (Noburo Mori), Famke Janssen (Jean Grey)

29 ottobre 2012

The Wolverine: Jackman e Mangold ci mettono la faccia

Ladies & gentlemen, questa sera, ore 21:00 (GMT+1), Hugh Jackman e James Mangold risponderanno ad alcune domande su The Wolverine in diretta dal set del film.

Scriveremo un resoconto dettagliato subito dopo il Q&A.

UPDATE: dai venti minuti di questa chiacchierata (archiviata e disponibile sul canale Youtube della Fox) non sono emerse grandissime novità. Si è trattato più un voler tranquillizzare i fan sui toni del film, in linea con la miniserie di Claremont e Miller al quale è ispirato. "Perdonateci per quella porcheria sulle origini", sembra dire Jackman tra le righe.

Confermato che The Wolverine si svolge dopo i primi tre X-Men. Logan è di nuovo solo e al punto più basso della sua esistenza; Qualsiasi connessione con altre persone e luoghi è stata distrutta; un uomo in balia della sua immortalità.

Fumetti preferiit: sia Jackman che Mangold trovano Wolverine l'avventura cartacea che meglio esprime l'essenza del personaggio ma un'altra storia che Jackman porterebbe al cinema è Weapoin X di Barry Windsor-Smith.

Le riprese si sono svolte tra Tokyo e Sidney e continuano in Australia negli studi della Fox. Secondo Mangold il Giappone è una sorta di OZ in cui Logan vaga. Un'esperienza vera, tangibile ma anche onirica. Wolverine si troverà ad affrontare mafia, politici, industriali, ninja e femmine fatali.

C'è un grande impiego di stuntmen in favore di un'azione molto più fisica e realistica. Mangold cita la saga di Bourne e quella del Cavaliere Oscuro come fonti di ispirazione e lancia una frecciatina a X-Men Origins: Wolverine (aargh) rassicurando che questa volta "non verrà tirato giù nessun elicottero".

Jackman ha avuto più tempo per allenarsi che nei precedenti film, aumentando notevolmente la sua massa fisica così da risultare più grosso e minaccioso.

In fine, questo è il primo teaser poster del film, scaricabile dal sito ufficiale di The Wolverine.


16 agosto 2012

Mangold rassicura: Hitchcock, Powell e Eastwood in The Wolverine

James Mangold aggiorna l'internet sulle riprese di The Wolverine, sui momenti di svago del cast e sul fatto che ieri è andato di corpo regolarmente dal suo profilo Twitter creato per l'occasione.

Queste le pellicole alla quale pensa mentre dirige Hugh Jackman ed il resto della compagnia:

— James Mangold (@mang0ld) August 15, 2012

Tao Okamoto (Mariko) e Rila Fukushima (Yukio) dopo aver letto lo script:

— James Mangold (@mang0ld) September 7, 2012

6 agosto 2012

The Wolverine: Il cast "autentico"


Tao Okamoto è Mariko Yashida

The Wolverine di James Mangold sembra avere un cast formato da attori asiatici veramente asiatici nel ruolo di personaggi asiatici, in controtendenza col continuo whitewashing perpetrato a Hollywood.

Partiamo da questo pressuposto: fosse dipeso da noi, avremmo fatto interpretare Wolverine ad un nano da circo peloso e brutto quanto la fame, dato il ruolo di Lord Shingen a Ken Watanabe e usato maestri di spada giapponesi per qualsiasi altro personaggio, anche per le donne. Però va premiato lo sforzo.

Questi i nomi:

Hugh Jackman: Logan/Wolverine
Hiroyuki Sanada: Lord Shingen
Tao Okamoto: Mariko Yashida
Rila Fukushima: Yukio
Will Yun Lee: Kenuichio Harada
Svetlana Khodchenkova: Dr. Green/Viper
Brian Tee: Noburu
Hal Yamanouchi: Yashida


Per i ruoli maschili abbiamo un solido Hiroyuki Sanada (L'ultimo samurai, Lost) nel ruolo di Lord Shingen e due facce da film di metà pomeriggio quali Will Yun Lee nei panni di Kenuichio Harada e Brian Lee, il "Drift King" di Fast & Furious: Tokyo Drift, in quelli del viscido Noburu. Punto interrogativo su Hal Yamanouchi (da sempre attivo in molte produzioni italiane) che figura tra i crediti col solo nome di "Yashida" — ipotizziamo possa trattarsi del padre di Shingen, capo del clan Yashida, deluso dal figlio avido di potere e che, magari, vede in Logan un possibile sostituto (personaggio non presente nella miniserie di Claremont e Miller).


Rila Fukushima è Yukio

Per i ruoli femminili la scelta è ricaduta su due modelle alla loro prima esperienza sul grande schermo; Mangold ha voluto Tao Okamoto nell'importante ruolo di Mariko, amore impossibile del nostro artigliato, e Rila Fukushima come Yukio, imprevedibile assassina al servizio del clan Yashida.

In fine, l'attrice russa Svetlana Khodchenkova è in trattative per il ruolo dell'infida Viper (che appare in Uncanny X-Men #172, "seguito" della miniserie di Claremont e Miller).

2 ottobre 2011

The Wolverine: Jackman riapre vecchie ferite

Quando ormai la rassegnazione aveva preso il sopravvento, Hugh Jackman torna a parlare di Darren Aronofsky e di come la sua versione del film sarebbe stata la Passione dei cinefumetti. Grazie Hugh per la tua sensibilità. Attenzione: come se non bastasse afferma anche che la rivisitazione dello script, ad opera del regista entrante James Mangold e dello sceneggiatore Mark Bomback è, forse, anche meglio dell'originale.

«We had a script that was under Darren Aronofsky’s directorial—it’s 85 percent the same. Darren took it in a Darren Aronofsky way and it’s a version I know fans would have liked to have seen. I would have loved to have seen it. James Mangold’s version of the script brought Mark Bomback on. We always had a strong base there. This is the best script we have had, which is precisely why Darren signed on. I tried to get Darren to do X3 and Wolverine and he was always like, ‘It’s not really for me.’ I knew he was looking for a comic book movie and he read this one and he goes, ‘Hey, this is the best one I’ve ever read.’ So there is a lot of meat on the bone there. Now, Mark and Jim have taken it and I think that it as strong, if not stronger, than what we would have had with Darren.»

Qui l'articolo completo.

18 marzo 2011

The Wolverine: il canto del cigno

Sad Wolverine is sad Colpo di scena: Darren Aronofsky abbandona The Wolverine.

La produzione del film impegnerà cast e crew in Giappone per i prossimi mesi e il regista non se la sente di stare lontano dai figli in un momento delicato come il divorzio dall'attrice Rachel Weisz.

It's over, my friends.

11 ottobre 2010

The Wolverine: Darren Aronofsky facci la grazia


Breve recap di quello che è successo negli ultimi giorni: Darren Aronofsky dirigerà The Wolverine, prossima avventura del mutante canadese al cinema, totalmente scollegata dal primo, imbarazzante, film sulle origini. Il regista dice di essere entusiasta della sceneggiatura di Christopher McQuarrie, basata sulla miniserie Wolverine di Chris Claremont e Frank Miller. Vediamo insieme perché Darren Aronofsky è l'uomo giusto per questo progetto.

Aronofsky e il fumetto: verso la fine degli anni '90, la Warner ingaggiò Aronofsky per il rilancio dell'uomo pipistrello sul grande schermo e Darren, aiutato dall'amico Frank Miller, scrisse Batman: Year One — storia di un giovane Bruce Wayne povero in canna, cresciuto in un pericoloso quartiere dei sobborghi di Gotham e adottato da un meccanico di nome Alfred dopo l'omicidio dei genitori. Inutile dire che la Warner, evidenziati i rischi nel produrre un film così di rottura rispetto al canone batmaniano, non fu troppo entusiasta e Year One non superò la fase di scrittura (qui potete leggere la descrizione dello script). Il buon Darren, che se l'era sicuramente legata al dito, anni dopo rifiutò la direzione di Batman Begins, poi affidata a Christopher Nolan.



Perfect Blue (1998) — Requiem for a Dream (2000)

Aronofsky e il Giappone: l'inluenza della produzione filmica nipponica si può notare già nel primo lungometraggio del baffuto regista Pi, che richiama a gran voce il Tetsuo di Shinya Tsukamoto. Durante la lavorazione di Requiem for a Dream, Aronofsky provò ad acquisire i diritti del thriller psicologico Perfect Blue di Satoshi Kon, così da poter rifare la scena della vasca da bagno tale e quale al film d'animazione; per oscuri motivi la trattativa saltò ma questo non impedì ad Aronofsky di copincollare suddetta sequenza al suo film — della serie: "siamo americani, ce ne sbattiamo il cazzo". Il capolavoro di Kon è anche una chiara fonte d'ispirazione per alcune scene del recente Black Swan.

Ora, qui nessuno pensa che The Wolverine sarà un moderno Yojimbo ma che, mano sul fuoco, Darren Aronofsky ci regalerà qualcosa di fastidiosamente pretenzioso, a tratti esaltante, con una chiara visione. L'interesse è alto. #teamaronofsky