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2 marzo 2016

Wolverine di Frank Miller


Illustrazione di Frank Miller e Joe Rubinstein (cliccare sull'immagine per ingrandirla).

Dettaglio di una tavola dalla seconda pagina di Wolverine #1 del 1982. Claremont ai testi, Miller alle matite e Rubinstein alle chine.



WOLVERINE
di Chris Claremont, Frank Miller


Lingua: Inglese
Copertina rigida: 144 pagine
Prezzo: € 18.00
Editore: Marvel Comics

Storie contenute:
Wolverine #1-4 (1982)

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2 maggio 2014

Bob Hoskins: il Wolverine in carne e ossa che ci sarebbe piaciuto

Bob Hoskins è stato un grande attore, un caratterista versatile, uno con la faccia impunita che non scordi facilmente. Tutto questo Chris Claremont lo sapeva bene, quando pensò a lui per il ruolo di Wolverine nel film mai prodotto degli X-Men.

James Cameron, oltre ad aver quasi diretto Spider-Man, ha quasi prodotto un adattamento cinematografico degli X-Men, scritto da Claremont e sfumato proprio a causa delle infinite vicissitudini legate al film sull'arrampicamuri, con Hoskins nei panni del burbero e tarchiato Wolverine. Un ritratto che vorremmo vedere sul grande schermo per il post-Jackman.

Qui l'articolo completo.

2 febbraio 2014

Wolverine di Sean Gordon Murphy


Illustrazione di Sean Gordon Murphy (cliccare sull'immagine per ingrandirla).

25 luglio 2013

The Wolverine — Recensione

"Ho sentito che nell'altra sala hanno il pachinko di Devilman"

Commento lapidario su The Wolverine di James Mangold.

In pochissime parole: film che non riesce in nessun modo a riproporre la potenza narrativa della miniserie a fumetti su cui è basato.

Di sicuro non è quella porcheria di Origins e si lascia anche guardare senza il continuo impulso di cavarsi gli occhi. A causa di una storia priva di pathos, personaggi per nulla sviluppati, una regia che non osa mai e un terzo atto totalmente anticlimatico, l'ago della bilancia per The Wolverine pende a favore della nefandezza; e visto che siamo dei masochisti, uno sguardo alle premesse iniziali fa sì che il boccone da ingollare sia ancora più amaro.

Colpo di grazia: il minutaggio a schermo di qualsiasi ninja equivale a meno di due minuti — questo è veramente troppo.

Fin.



THE WOLVERINE — Diretto da James Mangold; sceneggiatura di Mark Bomback e Scott Frank basata su una storia di Chris Claremont e Frank Miller; fotografia: Ross Emery; montaggio: Michael McCusker; musica: Marco Beltrami; prodotto da Lauren Shuler Donner e Hutch Parker; distribuito da 20th Century Fox

Durata: 126 minuti

Con: Hugh Jackman (Logan/Wolverine), Tao Okamoto (Mariko Yashida), Rila Fukushima (Yukio), Hiroyuki Sanada (Shingen Yashida), Hal Yamanouchi, Ken Yamamura (Ichirō Yashida), Svetlana Khodchenkova (Dr. Green/Viper), Will Yun Lee (Kenuichio Harada), Brian Tee (Noburo Mori), Famke Janssen (Jean Grey)

22 febbraio 2013

L'ultima prova di Barry Windsor-Smith su Weapon X è una dannata carta collezionabile

Dopo aver illustrato le copertine di Deadpool #57-60, Barry Windsor-Smith torna sul tema "Weapon X" nel 2005, questa volta per una carta collezionabile della popolare serie "Marvel Masterpieces".

Qui sotto trovate matite, chine e colori originali a opera dell'artista più una scansione della carta olografica.




Illustrazioni di Barry Windsor-Smith (cliccare sulle immagini per ingrandirle).

20 novembre 2012

Wolverine in salsa British di Cornell e Davis

Signori e signore, sappiamo tutti che l'ennesimo albo col nome Wolverine in copertina è spesso sintomo di morte artistica. Riusciranno due giganti come Paul Cornell e Alan Davis a spezzare la maledizione?

Abbiamo tradotto le parti più calde di questa intervista fatta a Cornell, con alcuni dettagli sulla serie:

iFanboy: Qual è la tua idea del Wolverine attuale. Logan è stato scritto molte volte e in tante versioni. Tu come lo vedi?

Paul Cornell: Trovo parecchio strano il fatto che lui sia un uomo semplice, uno con i piedi per terra a cui piace farsi una birra, a cui affideresti la direzione di una scuola, quando in realtà è in giro da così tanto tempo da aver vissuto ogni sorta di esperienza. Credo che Logan apprezzi veramente tanto questo tipo di normalità da combattere per mantenerla. In questa nuova serie lo conosciamo meglio nel contesto urbano, la sua New York, in cui interagisce con parecchi amici senza poteri (come accadeva con gli X-Men di Claremont) e alcuni nuovi colleghi. Un violento uomo civilizzato che si sforza di essere una persona pacifica.

iFanboy: Questa serie segna il tuo ritorno alla Marvel. Come ci si sente a lavore di nuovo alla Casa delle Idee?

Paul Cornell: Grandioso, specialmente avere una possibilità così importante di lavorare su un personaggio che significava molto per me ai tempi in cui ero a scuola. Gli X-Men di Claremont mi hanno dato tanto e adesso provo a restiuire il favore. Avere un artista come Alan Davis è fantastico perché si crea un collegamento con i classici.

iFanboy: Cosa possono aspettarsi i fan di Wolverine da questa nuova serie?

Paul Cornell: James è coinvolto in una situazione da film in cui la vita di alcuni ostaggi è minacciata da una nuovo, freddo e spietato personaggio, del quale approfondiremo la conoscenza gradualemente. Questo porterà ad un inseguimento in salsa action movie e James sarà determintato a controllarsi di fronte ad uno dei suddetti ostaggi, cosa non facile. James da il meglio di sé quando deve proteggere gli altri. Sono padre da quattro settimane e mi sono chiesto, a quale super eroe affiderei mio figlio? E la risposta è James Logan, poiché lui morirebbe per proteggerlo e chiunque volesse fargli del male se la dovrebbe vedere con Wolverine. Questa serie parla proprio della linea sottile tra l'eroe al servizio degli altri e la sua furia cieca, l'uomo che ha visto ogni tipo di cosa ed il tizio qualunque.

iFanboy: Wolverine continua ad essere uno dei personaggi Marvel più popolari ed è presente in molti titoli, spesso come personaggio principale. Cosa fa in più questa serie che le altre non fanno?

Paul Cornell: Siamo andati a fondo nella sua essenza, con la sensibilità di uno show come Person of Interest, quindi abbiamo dei personaggi solidi, azione dura, qualche risata, James con un nuovo gruppo di colleghi, l'andare a caccia nella grande metropoli, la vita degli innocenti in gioco.

iFanboy: Tra gli X-Men, i Vendicatori e tanti altri personaggi a lui collegati, ci sarà qualche nome importante che apparirà al fianco di Wolverine oppure la serie sarà incentrata solamente sulle sue avventure personali?

Paul Cornell: Solo in piccolissima parte. Questa è la serie centrale di Wolverine, quindi voglio che la gente la legga per il personaggio e la sua storia e cerchi altro per i crossover.

Apprezziamo l'aplomb di Cornell però "James Logan" non si può sentire.

29 ottobre 2012

The Wolverine: Jackman e Mangold ci mettono la faccia

Ladies & gentlemen, questa sera, ore 21:00 (GMT+1), Hugh Jackman e James Mangold risponderanno ad alcune domande su The Wolverine in diretta dal set del film.

Scriveremo un resoconto dettagliato subito dopo il Q&A.

UPDATE: dai venti minuti di questa chiacchierata (archiviata e disponibile sul canale Youtube della Fox) non sono emerse grandissime novità. Si è trattato più un voler tranquillizzare i fan sui toni del film, in linea con la miniserie di Claremont e Miller al quale è ispirato. "Perdonateci per quella porcheria sulle origini", sembra dire Jackman tra le righe.

Confermato che The Wolverine si svolge dopo i primi tre X-Men. Logan è di nuovo solo e al punto più basso della sua esistenza; Qualsiasi connessione con altre persone e luoghi è stata distrutta; un uomo in balia della sua immortalità.

Fumetti preferiit: sia Jackman che Mangold trovano Wolverine l'avventura cartacea che meglio esprime l'essenza del personaggio ma un'altra storia che Jackman porterebbe al cinema è Weapoin X di Barry Windsor-Smith.

Le riprese si sono svolte tra Tokyo e Sidney e continuano in Australia negli studi della Fox. Secondo Mangold il Giappone è una sorta di OZ in cui Logan vaga. Un'esperienza vera, tangibile ma anche onirica. Wolverine si troverà ad affrontare mafia, politici, industriali, ninja e femmine fatali.

C'è un grande impiego di stuntmen in favore di un'azione molto più fisica e realistica. Mangold cita la saga di Bourne e quella del Cavaliere Oscuro come fonti di ispirazione e lancia una frecciatina a X-Men Origins: Wolverine (aargh) rassicurando che questa volta "non verrà tirato giù nessun elicottero".

Jackman ha avuto più tempo per allenarsi che nei precedenti film, aumentando notevolmente la sua massa fisica così da risultare più grosso e minaccioso.

In fine, questo è il primo teaser poster del film, scaricabile dal sito ufficiale di The Wolverine.


9 ottobre 2012

Savage Wolverine: Druuna incontra Jurassic Park

Shanna illustrata da Frank Cho (cliccare sull'immagine per ingrandirla).

Prendete Wolverine.

Aggiungete un paio di grosse tette, qualche cavernicolo scemo e uno stormo di velociraptor incazzati.

Avrete SAVAGE WOLVERINE feat. Shanna di Frank Cho, qui anche ai testi.

Un'avventura in stile Indiana Jones con elementi della mitologia lovecraftiana; perlomeno stando alle parole dell'autore:


I came up with a cool Indiana Jones/Cthulhu type story that I've been toying around with, modified it and turned it into a Wolverine story. Since Indiana Jones was my main inspiration for this story, I naturally envisioned Shanna as Marion Ravenwood to Wolverine's Indiana Jones.


Vai Frank! Se riesci a finire que due-tre numeri entro il 2015 hai la nostra benedizione. Se poi la storia è sì a là Indiana Jones, ma quello del quarto film, vorrà dire che ci godremo almeno i tuoi incredibili dinosauri.



Wolverine, Shanna e l'Uomo Cosa illustrati da Frank Cho (cliccare sulle immagini per ingrandirle).

15 settembre 2012

Lone Wolf and Cub di Connor Willumsen

Illustrazione di Connor Willumsen.

Visto che Connor Willumsen è il disegnatore di Wolverine MAX (potete leggerne qui le premesse) abbiamo ripescato questo splendido omaggio del disegnatore a Lone Wolf and Cub di Kazuo Koike e Goseki Kojima.

16 agosto 2012

Mangold rassicura: Hitchcock, Powell e Eastwood in The Wolverine

James Mangold aggiorna l'internet sulle riprese di The Wolverine, sui momenti di svago del cast e sul fatto che ieri è andato di corpo regolarmente dal suo profilo Twitter creato per l'occasione.

Queste le pellicole alla quale pensa mentre dirige Hugh Jackman ed il resto della compagnia:

— James Mangold (@mang0ld) August 15, 2012

Tao Okamoto (Mariko) e Rila Fukushima (Yukio) dopo aver letto lo script:

— James Mangold (@mang0ld) September 7, 2012

6 agosto 2012

The Wolverine: Il cast "autentico"


Tao Okamoto è Mariko Yashida

The Wolverine di James Mangold sembra avere un cast formato da attori asiatici veramente asiatici nel ruolo di personaggi asiatici, in controtendenza col continuo whitewashing perpetrato a Hollywood.

Partiamo da questo pressuposto: fosse dipeso da noi, avremmo fatto interpretare Wolverine ad un nano da circo peloso e brutto quanto la fame, dato il ruolo di Lord Shingen a Ken Watanabe e usato maestri di spada giapponesi per qualsiasi altro personaggio, anche per le donne. Però va premiato lo sforzo.

Questi i nomi:

Hugh Jackman: Logan/Wolverine
Hiroyuki Sanada: Lord Shingen
Tao Okamoto: Mariko Yashida
Rila Fukushima: Yukio
Will Yun Lee: Kenuichio Harada
Svetlana Khodchenkova: Dr. Green/Viper
Brian Tee: Noburu
Hal Yamanouchi: Yashida


Per i ruoli maschili abbiamo un solido Hiroyuki Sanada (L'ultimo samurai, Lost) nel ruolo di Lord Shingen e due facce da film di metà pomeriggio quali Will Yun Lee nei panni di Kenuichio Harada e Brian Lee, il "Drift King" di Fast & Furious: Tokyo Drift, in quelli del viscido Noburu. Punto interrogativo su Hal Yamanouchi (da sempre attivo in molte produzioni italiane) che figura tra i crediti col solo nome di "Yashida" — ipotizziamo possa trattarsi del padre di Shingen, capo del clan Yashida, deluso dal figlio avido di potere e che, magari, vede in Logan un possibile sostituto (personaggio non presente nella miniserie di Claremont e Miller).


Rila Fukushima è Yukio

Per i ruoli femminili la scelta è ricaduta su due modelle alla loro prima esperienza sul grande schermo; Mangold ha voluto Tao Okamoto nell'importante ruolo di Mariko, amore impossibile del nostro artigliato, e Rila Fukushima come Yukio, imprevedibile assassina al servizio del clan Yashida.

In fine, l'attrice russa Svetlana Khodchenkova è in trattative per il ruolo dell'infida Viper (che appare in Uncanny X-Men #172, "seguito" della miniserie di Claremont e Miller).

5 luglio 2012

Marvel vs. Capcom Origins in arrivo su XBLA e PSN

Marvel vs. Capcom: Origins è una compilation formata da due capisaldi nel genere picchiaduro: Marvel Super Heroes del 1995 e Marvel vs. Capcom: Clash of Super Heroes, uscito due anni dopo.

MSH: il primo titolo segue il plot di Infinity Gauntlet di Starlin, Pérez e Lim, con un roster formato dai più famosi volti Marvel come Capitan America e Iron Man ma anche da personaggi poco mainstream come Cuore Nero/Blackheart e il magnifico Shuma-Gorath, fortemente voluto dai folli sviluppatori di Capcom. Boss finale: quel romantico genocida di Thanos, ovviamente.

MvC: dopo il successo dei precedenti cross-over tra i personaggi Marvel e quelli della saga Street Fighter, Capcom butta nella mischia nomi storici dei suoi franchise come Mega Man, Strider Hiryu e Capitan Commando e inserisce la possibilità di utilizzare gli assist durante i match, tra i quali spiccano l'irriverente Jubilee e l'imponente Sentinel. Per alcuni aspetti il migliore della serie, Marvel vs. Capcom: Clash of Super Heroes è una festa di animazioni fluidissime e mantiene una giocabilità senza pari. Boss finale: il supervillain Onslaught, entità psionica senziente creata dalla coscienza del Professor Xavier e Magneto.

Fedele la riproposizione dei due titoli arcade, aggiornati per essere giocati sui sistemi ad alta definizione, in maniera simile all'operazione fatta con la re-release di Marvel vs. Capcom 2 nel 2009. Se il multiplayer online con stanze da 8 giocatori, il salvataggio dei replay e la "modalità spettatore" sono motivi abbastanza validi per farvi mettere da parte l'emulatore CPS-2, segnatevi la data: 26 settembre su Xbox Live Arcade al costo di 1200 MPS e su PSN a 14,99 euro.

4 luglio 2012

Wolverine MAX — contenuto esplicito e sangue a secchiate

Dalla pagina italiana su Wikipedia:

MAX Comics è un'etichetta della casa editrice statunitense Marvel Comics; fondata nel 2001, produce fumetti realizzati per un pubblico adulto e destinati alla distribuzione diretta: gli albi sono quindi distribuiti solamente nel circuito librario e delle fumetterie. Sulla copertina non appare né il logo della Marvel Comics né il marchio del Comics Code Authority: questa politica editoriale serve a distinguere nettamente i fumetti MAX dai fumetti Marvel, che invece godono di una più ampia diffusione e sono generalmente diretti anche a un pubblico adolescenziale. In Italia i fumetti MAX Comics sono stati pubblicati nella collana 100% Marvel.

Wolverine MAX #1 Pare che negli uffici Marvel qualcuno abbia fatto 2+2 collegando Wolverine all'etichetta per adulti MAX. Solo oggi.

Il primo numero di Wolverine MAX uscirà questo ottobre negli Stati Uniti. Ai testi lo scrittore Jason Starr, noto per i suoi romanzi gialli, e alle copertine nientemeno che Jock; ancora da annunciare il nome del disegnatore. Intuibile la location dove si svolgeranno le vicende.

Qui l'intervista a Starr, che per la linea MAX ha scritto Untold Tales of Punisher MAX #1.

UPDATE: Connor Willumsen disegnerà le pagine di Wolverine MAX; altro nome già apparso sulla linea MAX, avendo illustrato Untold Tales of Punisher MAX #2 (qui una tavola). Editor Marvel, avevate la nostra curiosità, ora avete la nostra attenzione. Inoltre, Starr ha confermato in questa nuova intervista che l'ambientazione sarà il Giappone, precisamente la Tokyo dei giorni nostri. La storia sarà incentrata sulla solitudine dell'artigliato e avrà differenti evoluzioni rispetto al personaggio classico, essendo l'universo MAX slegato dalla continuity Marvel.

10 marzo 2012

Wolverine di Moebius

llustrazione di Jean Giraud aka Moebius (cliccare sull'immagine per ingrandirla).

Adieu, Maestro.

2 ottobre 2011

The Wolverine: Jackman riapre vecchie ferite

Quando ormai la rassegnazione aveva preso il sopravvento, Hugh Jackman torna a parlare di Darren Aronofsky e di come la sua versione del film sarebbe stata la Passione dei cinefumetti. Grazie Hugh per la tua sensibilità. Attenzione: come se non bastasse afferma anche che la rivisitazione dello script, ad opera del regista entrante James Mangold e dello sceneggiatore Mark Bomback è, forse, anche meglio dell'originale.

«We had a script that was under Darren Aronofsky’s directorial—it’s 85 percent the same. Darren took it in a Darren Aronofsky way and it’s a version I know fans would have liked to have seen. I would have loved to have seen it. James Mangold’s version of the script brought Mark Bomback on. We always had a strong base there. This is the best script we have had, which is precisely why Darren signed on. I tried to get Darren to do X3 and Wolverine and he was always like, ‘It’s not really for me.’ I knew he was looking for a comic book movie and he read this one and he goes, ‘Hey, this is the best one I’ve ever read.’ So there is a lot of meat on the bone there. Now, Mark and Jim have taken it and I think that it as strong, if not stronger, than what we would have had with Darren.»

Qui l'articolo completo.

18 marzo 2011

The Wolverine: il canto del cigno

Sad Wolverine is sad Colpo di scena: Darren Aronofsky abbandona The Wolverine.

La produzione del film impegnerà cast e crew in Giappone per i prossimi mesi e il regista non se la sente di stare lontano dai figli in un momento delicato come il divorzio dall'attrice Rachel Weisz.

It's over, my friends.

11 ottobre 2010

The Wolverine: Darren Aronofsky facci la grazia


Breve recap di quello che è successo negli ultimi giorni: Darren Aronofsky dirigerà The Wolverine, prossima avventura del mutante canadese al cinema, totalmente scollegata dal primo, imbarazzante, film sulle origini. Il regista dice di essere entusiasta della sceneggiatura di Christopher McQuarrie, basata sulla miniserie Wolverine di Chris Claremont e Frank Miller. Vediamo insieme perché Darren Aronofsky è l'uomo giusto per questo progetto.

Aronofsky e il fumetto: verso la fine degli anni '90, la Warner ingaggiò Aronofsky per il rilancio dell'uomo pipistrello sul grande schermo e Darren, aiutato dall'amico Frank Miller, scrisse Batman: Year One — storia di un giovane Bruce Wayne povero in canna, cresciuto in un pericoloso quartiere dei sobborghi di Gotham e adottato da un meccanico di nome Alfred dopo l'omicidio dei genitori. Inutile dire che la Warner, evidenziati i rischi nel produrre un film così di rottura rispetto al canone batmaniano, non fu troppo entusiasta e Year One non superò la fase di scrittura (qui potete leggere la descrizione dello script). Il buon Darren, che se l'era sicuramente legata al dito, anni dopo rifiutò la direzione di Batman Begins, poi affidata a Christopher Nolan.



Perfect Blue (1998) — Requiem for a Dream (2000)

Aronofsky e il Giappone: l'inluenza della produzione filmica nipponica si può notare già nel primo lungometraggio del baffuto regista Pi, che richiama a gran voce il Tetsuo di Shinya Tsukamoto. Durante la lavorazione di Requiem for a Dream, Aronofsky provò ad acquisire i diritti del thriller psicologico Perfect Blue di Satoshi Kon, così da poter rifare la scena della vasca da bagno tale e quale al film d'animazione; per oscuri motivi la trattativa saltò ma questo non impedì ad Aronofsky di copincollare suddetta sequenza al suo film — della serie: "siamo americani, ce ne sbattiamo il cazzo". Il capolavoro di Kon è anche una chiara fonte d'ispirazione per alcune scene del recente Black Swan.

Ora, qui nessuno pensa che The Wolverine sarà un moderno Yojimbo ma che, mano sul fuoco, Darren Aronofsky ci regalerà qualcosa di fastidiosamente pretenzioso, a tratti esaltante, con una chiara visione. L'interesse è alto. #teamaronofsky

3 marzo 2010

The Blue Hair di Nicholas Gurewitch

Illustrazione di Nicholas Gurewitch.

The Blue Hair, qui riportata nella sua interezza, fa parte di una raccolta di storie autoconclusive firmate da autori indipendenti, apparse su Strange Tales #1 dello scorso novembre.

29 novembre 2009

Old Man Logan — Recensione

Attenzione: a chi non legge in originale e sta seguendo Old Man Logan sulle pubblicazioni Panini, consigliamo di rimandare ai prossimi mesi la lettura di questa recensione.


Mark Millar ci porta cinquant'anni nel futuro, in un mondo senza eroi, privo di Capitan America, Vendicatori, X-Men, F4; tutti uccisi in una guerra lampo scatenata dai maggiori super cattivi Marvel, inferiori per forza ma superiori per numero e organizzazione.

Wolverine, l'uomo più pericoloso del mondo, non esiste più, devastato da un terribile evento accadutogli all'inizio della succitata guerra. Resta solo Logan, contadino segnato dagli eventi e accigliato come Clint Eastwood che conduce una vita tranquilla e totalmente pacifica nella sua fattoria di Sacramento insieme alla moglie Maureen (ovviamente rossa di capelli) e ai figli Scottie (diavolo di un Millar) e Jade. Il terreno sul quale hanno edificato la loro casa e la California tutta vengono ora chiamate "Hulkland" e sono in mano a un Bruce Banner pazzo e incestuoso e alla sua forzuta progenie, una banda di redneck zotici e verdi di raggi gamma che riscuote ogni mese il pizzo agli inermi cittadini, famiglia Logan compresa. Pena per il mancato pagamento: venire ingurgitati vivi, nel migliore dei casi.

Pur disprezzando visceralmente i Banner, Logan decide di accettare passivamente i loro soprusi — quando non può pagare la tassa mensile, si fa pestare a sangue dagli Hulk davanti alla famiglia promettendo di trovare i soldi e rimediare all'inadempienza versando loro il doppio della somma. Fortunatamente un vecchio amico bussa alla sua porta: Clint Barton, vispo ultraottantenne reso cieco dal glaucoma, ha bisogno dei sensi ancora acuti dell'artigliato per intraprendere un viaggio attraverso il Paese e consegnare un pacco molto speciale. La ricompensa per il lavoretto è alta, a Logan servono i soldi quanto a Millar serve una scusa per raccontare il suo road movie colmo di eccentriche trovate. Così il vecchio canadese accetta e i due partono a bordo della tamarrissima Spider-Mobile.


Dopo aver dato uno scopo ai personaggi coinvolti, Millar entra nel vivo della narrazione raccontandoci un futuro post-apocalittico ricco di infiniti spunti, come fatto da George Miller nei suoi Mad Max — Logan si sposta tra lande desolate e città assediate, sopravvivendo alla minaccia sotterranea degli Uomini Talpa, alla banda del nuovo Kingpin e alla figlia ambiziosa di Barton, a un T-rex della Terra Selvaggia fuso col simbionte alieno che dava origine a Venom, per arrivare allo scontro finale col folle Hulk.

Proprio come nei film di Miller, un universo narrativo potenzialmente enorme, illustrato nei minimi particolari dalle matite di Steve McNiven (già in tandem con lo scrittore scozzese su Civil War) e proprio come Max Rockatansky, Logan si ritrova coinvolto in situazioni assurde e pericolose dal quale non può tirarsi indietro per un senso di giustizia dissepolto misto a puro istinto di autoconservazione; un viaggio di morte e rinascita.

Old Man Logan è l'adrenalica storia di uomo sconfitto in un mondo sconfitto, che arriva alla sua redenzione attraverso città distrutte, corpi squartati e tanta, sana baldoria; perfetto per essere adattato e portato al cinema.

UDPATE: di seguito le informazioni per le pubblicazioni italiane dell'opera.



OLD MAN LOGAN
di Mark Millar, Steve McNiven

Pubblicato su:
Wolverine #231-237, #242 (2009-2010)

Supereroi - Le Grandi Saghe #76 Wolverine: Vecchio Logan (2010)

100% Marvel Best #43 Wolverine: Vecchio Logan (2012)

27 aprile 2009

X-Men Origins: Wolverine — Recensione

Siamo onesti: X-Men Origins: Wolverine è un film particolarmente brutto.



"Ahr! Lo sbarco in Normandia non è la stessa cosa senza un buon Ramon Allones"

Sul serio. E dire che parte anche benone: la sequenza dei titoli di testa forse è l'unica cosa veramente buona e ispirata dell'intera pellicola. Purtroppo il regista Gavin Hood, che vanta un passato nel cinema action, dimostra di non essere il migliore in quello che fa quando si tratta di gestire un progetto ad alto budget. Quasi nulla si salva di questo X-Men Origins: Wolverine e persino il momento cool guys don't look at explosions risulta imbarazzante. Segue qualche piccolo spoiler e tanta, tanta amarezza.



"Sono il migliore con spazzola e fono"

D'accordo, abbiamo una pellicola moscia e poco ispirata ma almeno la narrazione, l'interazione tra i personaggi, funziona, no? NO. Tutta la storia di questo film di origini è permeata da grossi buchi narrativi e da idee totalmente prive di logica che stridono con gli eventi dei precedenti X-Men prodotti da Fox. Una su tutte: la pallottola di adamantio che fa perdere la memoria (dopo la visione del film ne avremmo gradita una dritta in fronte anche noi), qui introdotta per giustificare i ricordi sconnessi del povero canadese. Per non parlare di com'è orchestrato il momento cardine nella vita dell'artigliato, la svolta, l'esperimento che in Weapon X di Barry Windsor-Smith ha portato Logan allo stato di animale furioso e dilaniato nell'anima, che lo ha fatto a pezzi, tubi, divaricatori, metallo fuso, orsi decapitati, urla, budella ovunque, qui è tirata via in tre minuti e ha lo stesso pathos di uno spot delle assicurazioni. Roba che i brevissimi flashback nei primi due film di Singer sono dieci spanne sopra in quanto ad intensità e, nonostante ci troviamo sempre di fronte a un prodotto PG-13, in quelle scene viene mostrato del sangue; elemento pressoché assente in questo film. Leggete il tutto come un enorme campanello d'allarme per intuire il tono della pellicola ed il target di riferimento.



"O Canada, fuck yeah!"

Passiamo agli attori: insieme al solito Hugh Jackman, quasi commovente nel cercare di mantenere una certa credibilità, si comporta benissimo Liev Schreiber nei panni del fratellone sociopatico Victor (aka Sabretooth), che in fondo cerca solo un po' di considerazione. Totalmente stravolta e banalizzata la storia d'amore tra Logan e Silver Fox, interpretata da una confusa Lynn Collins, costretta a recitare dialoghi da soap opera. Parecchio anonimo lo Stryker di Danny Huston, non all'altezza del carismatico Brian Cox con il quale condivide il personaggio, mentre si becca un non classificato il Deadpool di Ryan Reynolds (e Scott Adkins negli stunt), qui un'accozzaglia di differenti poteri mutanti rappresentati male. Il resto del cast è un mix di Black Eyed Peas, Lost e becero fanservice. Se poi consideriamo che il film è costato ben 150 milioni di dollari anche la CGI risulta imbarazzante.



"Io sono il cattivo perché giro col trench"

Il film di Hood sta comunque avendo un discreto successo al botteghino, aprendo la strada a un sicuro sequel che, stando alla scena post-titoli di coda, sarà basato sulla miniserie Wolverine di Chris Claremont e Frank Miller, la famosa saga giapponese con la Mano e i suoi goffi ninja e la storia d'amore impossibile tra Logan e Mariko Yashida (consigliamo alla Fox di risparmiare sugli sceneggiatori, prendere i dialoghi così come sono scritti sulle pagine del fumetto e farli imparare agli attori). Per chiudere, il grande crimine di questo X-Men Origins: Wolverine sta nella sua totale incapacità di saper raccontare una storia coinvolgente, fallendo in tutti i reparti; una pellicola vuota, tirata via, che ha il malsano potere di farci rimpiangere X-Men: The Last Stand, anni luce da quella qualità raggiunta con X2. Insomma, se qualcuno ci chiedesse cosa c'è del personaggio creato nel 1974 da Len Wein, Herb Trimpe e John Romita in questa produzione, risponderemmo con un sorriso malinconico e scompariremmo nel buio.

Nel frattempo ci piace ricordarlo così.



"X-Men" (2000) di Bryan Singer


X-MEN ORIGINS: WOLVERINE — Diretto da Gavin Hood; sceneggiatura di David Benioff, Skip Woods; fotografia di Donald McAlpine; montaggio di Nicolas De Toth, Megan Gill; musica di Harry Gregson-Williams; scenografia di Barry Robison; costumi di Louise Mingenbach; prodotto da Hugh Jackman, John Palermo, Lauren Shuler-Donner, Ralph Winter; distribuito da 20th Century Fox

Durata: 107 minuti

Con: Hugh Jackman (Logan/Wolverine), Liev Shreiber (Victor/Sabretooth), Danny Huston (William Stryker), Lynn Collins (Kayla Silverfox), Ryan Reynolds (Wade Wilson/Deadpool), Dominic Monaghan (Chris Bradley/Bolt), Kevin Durand (Fred Dukes/Blob), Taylor Kitsch (Remy LeBeau/Gambit), Will.i.am (John Wraith), Daniel Henney (Agent Zero), Max Cullen (Travis Hudson), Julia Blake (Heather Hudson), Tim Pocock (Scott Summers), Tahyna Tozzi (Emma), Aaron Jeffery (Thomas Logan), Alice Parkinson (Elizabeth Howlett), Peter O'Brien (John Howlett), Patrick Stewart (Charles Xavier/Professor X)